Eroi Omerici - Epeo
Figlio di Panopeo, focese di Parnasso, era generalmente considerato un codardo, ma era nato così per volere degli Dei che avevano voluto punire il padre, per un falso giuramento fatto ad Atena.
Viene citato anche da Virgilio (Eneide, II, 264):
et ipse doli fabricator Epeos

Nell'Athenaion innalzato da Epeo a Lagaria, i fedeli potevano ammirare gli strumenti con i quali il mitico scultore aveva costruito l'astuta invenzione del cavallo.
In un passo di Giustino, storico romano del III secolo d.C., e di Velleio Patercolo anche i Metapontini si dichiarano orgogliosi di poter esibire nel loro tempio di Atena gli strumenti con cui Epeo avrebbe costruito il famoso cavallo:
Metapontini quoque in templo Minervae ferramenta, quibus Epeus, a quo conditi sunt, equum troianum fabricavit, ostentant (Giustino, XX, 2, 1).
[Epeus] tempestate distractus a duce suo Nestore Metapontum conditit (Velleio Patercolo, Historiae Romanae ad M. Vinicium consulem, I, 1).
All'interno del tempio di Apollo Liceo di Argo dicono ci sia una sua statua lignea nelle fattezze di Afrodite (Pausania, II, 19, 6).
Viene raffigurato nel rilievo di Samotracia, conservato al Louvre e datato circa al 560; rappresentato alle spalle di Taltibio con lo scettro e al seguito di Agamennone assiso.
Un altro dettaglio del personaggio viene da un kylix Attico a figure rosse. datato ca. al 480, da Vulci, attualmente a Monaco, Staatliche Antikensammlungen. Nella scena Atena, protettrice delle arti, presiede al lavoro dello scultore Epeo per il modello del Cavallo di Troia.
PaN
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