La concezione del mondo ai tempi di Omero

Gli antichi greci immaginavano e rappresentavano il mondo in modo molto diverso dal nostro.
Il mondo conosciuto era ovviamente incentrato sul Mar Egeo e la Grecia. In una fase più tarda il suo centro sarà collocato su Delfi, dove era presente l'Omphalos (l'ombelico). Secondo il mito Zeus, per determinare il centro del mondo, aveva liberato due aquile; queste volate in direzioni opposte si erano successivamente ritrovate a Delfi.
I micenei conoscevano il mondo che li circondava; avevano acquisito l'anno solare, le stagioni, le lunazioni, i mesi (spesso menzionati nelle tavolette: mese delle rose, della luce, della navigazione, delle messi, delle varie divinità) e seguivano il sorgere e il tramontare delle costellazioni. Le Pleiadi, le Iadi e la costellazione di Orione, il grande e il piccolo Carro, ben visibili nei cieli della Grecia erano riferimenti essenziali per l'orientamento. Gli spostamenti degli astri erano lenti come lo erano i ritmi degli uomini di quel tempo. Per la semina, la transumanza, il viaggio, la navigazione, per ogni cosa, si doveva attendere il momento giusto. Tutto si misurava in giorni, di marcia o navigazione (Faure, La vita quotidiana in Grecia ai tempi della Guerra di Troia, 1998).
I confini dell'epoca risentivano delle rotte commerciali e delle colonizzazioni dei territori confinanti. Nonostante molte di queste terre limitrofe alla Grecia fossero conosciute dai grandi navigatori micenei nel racconto assumono toni mitici, esotici. Analizzando fin dove i commerci e le loro rotte si siano spinte, individuando i manufatti correttamente databili (per esempio i lingotti di rame dalla inconfondibile forma a “pelle di bue”), si può avere una conoscenza di base del loro mondo. Tenendo conto delle prove di questi scambi a Cannatello e Thapsos in Sicilia, Lipari delle Isole Eolie, Sant’Anastasia nella Corsica settentrionale, così come in Sardegna, Sète a Hérault in Francia, e anche in zone molto lontane quali Oberwilflingen (XIV sec. a.C.) in Germania e Sozopol e Tcherkovo in Bulgaria, si delineano i confini di quel antico mondo (Brighi, Il commercio del rame nel Mediterraneo durante l’Età del Bronzo, 2007).


La concezione del mondo dei tempi omerici quale disco circolare piatto, circondato completamente dalle acque di un unico fiume, rimase radicata nel mondo greco anche dopo che molti filosofi e scienziati avevano accettato la nozione della sfericità della Terra. Secondo quella concezione, subito al di sotto della superficie si trovava la dimora dell'Ade, il regno della Morte; al di sotto, il Tartaro, il regno dell’eterna oscurità. All'esterno del fiume Oceano si elevava la volta celeste cristallina e solida.
Da parte di alcuni si vuole fare riferimento alla descrizione che Omero dà nell'Iliade dello scudo di Achille come della prima rappresentazione cartografica-cosmologica. Infatti, per un lungo tempo, le primitive rappresentazioni dell'ecumene (mondo abitato) inclusero anche riferimenti cosmologici.
Efesto, il fabbro divino, modellò lo scudo di Achille su tre diversi strati di metallo. Al centro erano rappresentate scene terrestri, tra le quali due città, una in pace e l’altra in guerra, nella zona periferica era rappresentato il fiume Oceano. Dall'Oceano si generano tutti i fiumi, da oriente a occidente comunica col mare interno il Mediterraneo. Tra i più notevoli elementi cosmologici erano rappresentate le costellazioni di Orione, delle Pleiadi e dell'Orsa Maggiore, nonché il Sole e la Luna. Le regioni più a occidente vedono i Cimmeri avvolti da nebbie, dove grava una lunga notte. Gli etiopi sono divisi in due zone: quelli che sono dove sorge il sole, altri al tramonto. Più lontano abitano i pigmei. La terra di Libia è menzionata per la sua fertilità e l’Egitto come luogo dove crescono erbe per farmaci salutari.


Una parte del passo di Omero dal Libro XVIII, 481-607 dell’Iliade:
In cinque fasce era diviso lo scudo; e su di esso il dio dall'abile ingegno incise molti disegni a rilievo. Raffigurò la terra e il cielo e il mare, e poi il sole instancabile e la luna piena e tutte le costellazioni che incoronavano il cielo, le Pleiadi, le Iadi e il grande Orione e l'Orsa - che chiamano anche il Carro - l’Orsa che gira su se stessa rivolta ad Orione ed è la sola che non si bagna nelle acque di Oceano. [...] Fece infine, lungo il bordo estremo dello scudo possente, la grande forza del fiume Oceano.
Sebbene potrebbe trattarsi di una interpolazione successiva a quella tramandata dagli aedi, si ritiene il personaggio principale di Achille sia l'unico ad avere un nome miceneo confermato dalla Lineare B, quello del nucleo principale dell’epica e per questo il più antico (Hertel, Troia, 2003). Di conseguenza, lo scudo, attributo personale di grande fama, è correlato al personaggio e alla sua saga.
Altra fonte importante per una ricostruzione dei confini conosciuti sono i dibattuti luoghi citati nel lungo peregrinare dell’Odissea... ma questo sarà il tema di un altro articolo.

Panaiotis Kruklidis

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