Lungo il tragitto

Nonostante fosse un fine settimana, il traffico era piuttosto limitato. Le auto incrociate avrebbe potuto contarle sulle dita di una mano e su questo stava già fantasticando, come spesso era solito fare, il giovane Gregorio. Se fosse crollato il ponte di collegamento, sarebbe impossibile raggiungere Cetraro senza perdere ore attraverso le campagne, oltretutto con il sopraggiungere della notte. Le sue paure si dimostrarono infondate, tirò un sospiro appena vide il ponte, perfettamente integro. Tutto sommato una particolare ansia lo attanagliava man mano si apprestava a raggiungere il piccolo paese di mare. Il buio lo aveva colto sul vecchio passo di montagna a pochi chilometri da casa. A mani strette nella morsa del volante si sforzava di canticchiare il ritornello di una canzone.
<<Perché sono così nervoso? Percorro questa strada almeno due volte a settimana…>> si interrogava il giovane rappresentante. Posando lo sguardo sul suo cellulare, lottò per non cedere alla tentazione di chiamare un amico dalla rubrica. Perse.
<<Che piacere sentirti, Greg! Dove sei?>> disse con affetto il compaesano e amico di vecchia data Valerio.
<<Ho un vago presentimento, forse dovuto alla strada. Ora sembra proprio morta>>.
<<Un vago sentore di morte? A Cetraro? Beh, comunque sarebbe qualcosa di nuovo… Purtroppo questa sera sono a cena fuori…>> su queste ultime parole accadde inaspettatamente il possibile…
Lo stridore delle ruote sull'asfalto si trasferì dall'altra parte della cornetta. I pensieri di Gregorio si fusero insieme vorticosamente per poi annullarsi a vicenda. I fari furono interrotti, in una frazione di secondo, da una sagoma umana. Inevitabilmente si udì lo schianto di un corpo contro il parabrezza. I riflessi furono tardivi e l'auto fumante si dirigesse all'esterno della carreggiata. L'airbag, entrato in funzione, aveva risparmiato a Gregorio un gran mal di testa.
Riordinati i pensieri il giovane scese di macchina per controllare e non confermare i suoi timori. Non lontano dal luogo dell'impatto un corpo giaceva inerme.
<<Chiamare soccorso… andrà tutto bene!>> ripeté a se stesso.
Raggiunto il malcapitato, i suoi occhi scrutarono il minimo movimento che avrebbe alleviato la sua pena. L'uomo, riverso col volto sull'asfalto, era vestito elegante, con giacca e pantalone di velluto nero. Si sorprese di ragionare su quel particolare. Un fremito attraversò la mano dell'individuo. Gregorio si costrinse ad escludere la sua immaginazione. Nel buio della notte un altro movimento, ormai inatteso, ridestò la sua angosciata anima. L'uomo si era mosso. Finalmente realizzò di chiamare i soccorsi.
<<Cazzo, il cellulare in macchina. Torno subito!>> occorsero alcuni attimi per individuare l'apparecchio nel buio dell'auto sinistrata. Scovato l'oggetto lanciò uno sguardo sulla strada alla ricerca di nuovi fari, nella speranza di un aiuto. Compose il numero del pronto soccorso, esasperato richiuse nel constatare che era occupato.
Tornò sulla strada solo per accorgersi dell'assenza del corpo. Si guardò intorno, ma la notte gli impedì di orientarsi. Si mosse con incertezza. Avanzò inquieto verso la carreggiata con occhi vigili; dov'era il corpo faceva solo bella mostra una chiazza di sangue. Si chinò per osservare il liquido scuro e rappreso. Percepì con la coda dell'occhio un movimento alle sue spalle e nel voltarsi fu travolto da un odore sgradevole. Focalizzò e rabbrividì.
Le ferite dell'individuo erano gravi e particolarmente estese. Ma a sconcertarlo fu il volto emaciato e gli occhi. Poteva essere paragonata all'espressione di un folle, più che di un ferito. Non lo fissava negli occhi, come normalmente accade tra due simili, ma in un punto indefinito.
Le due scarne mani si avventarono su di lui, nel tentativo di rovesciarlo. Gregorio cadde riverso. La paura si avventò su di lui con la stessa velocità dell'aggressione. Un grido d'orrore gli si arrestò in gola, mentre l'uomo ferito (se tale lo si poteva definire) si avvicinava emettendo suoni gutturali. Si accingeva a mordere Gregorio alla gola, dalla quale non uscì che un sussulto. Con gli occhi sbarrati il ragazzo andò incontro ad una orrenda fine…

Valerio guidò come un forsennato per raggiungere l'amico. La conversazione telefonica era stata da poco troncata, senza ombra di dubbio da un incidente. Spinse al massimo l'acceleratore. Ripercorse la strada che porta fuori città. I freni si bloccarono di fronte ad uno spettacolo mai visto.
I fari dell'automobile illuminavano le sagome di quattro persone nel mezzo della strada. Non sembravano curarsi minimamente di lui, perché troppo intente a mangiare qualcosa. Più in là, poteva ben distinguere l'auto di Gregorio. Scese dalla macchina, in tempo per vedere cosa masticavano. Inorridì. Il corpo del povero Greg, straziato e mutilato, stava lì sull'asfalto. Uno tra questi si accorse della sua presenza. Valerio avvertì uno strano sguardo luccicante nella sua direzione, si infilò in macchina, meccanicamente avviò il motore e partì evitando quei mostri che lo fissavano da orbite vuote.
Senza mai fermarsi tirò dritto verso il paese. Stranamente, l'illuminazione cittadina non era in funzione, ma ciò non gli impedì di correre come un forsennato con l'auto per gli stretti vicoli. Finalmente raggiunse la piazza principale. Non vedendo alcuno nei paraggi, tirò il freno a mano e si apprestò a scendere; attorno il più totale silenzio. Scorse una signora da una finestra di un terzo piano, si sporgeva sulla piazza per farsi notare. La donna gesticolante urlò <<…via di lì! Scappa se puoi…>>. Prima che Valerio potesse capire o agire, vide una moltitudine di orrendi esseri uscire da portoni aperti, vicoli bui e anfratti nascosti. In poco tempo, il ragazzo fu immobilizzato da una folla di zombi affamati.
Pan

Commenti

  1. Buahahahah! Bellissimo! Ricordo di averlo già letto, ma è stata una gran bella sorpresa rileggerlo! Bravo Pan!

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  2. Grazie per il commento Tom,
    è un vecchio racconto, però l'ho rivisitato un bel po', soprattutto accorciandolo. La storia alla fine è un classico del genere zombi. Ma sono contento ti sia piaciuto :)

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