Il Doriforo di Policleto e la statuaria greca classica

Il Doriforo, dal greco portatore di lancia, era una statua originale in bronzo dello scultore Policleto (445 a.C. circa) che ritrae un atleta o forse lo stesso Achille con un giavellotto retto dalla mano sinistra e appoggiato sulla spalla. 
Questa statua, già molto nota nel mondo antico, vede la sua fortuna in numerose riproduzioni in marmo realizzate per decorare palestre, terme e dimore private. Dalle copie romane non ci è pervenuta però nessuna parte del suo equipaggiamento.
Dagli studi più recenti, iniziali del ricercatore Vincenzo Franciosi e da quelli del prof. Paolo Moreno, si è scoperto che la statua originale doveva essere integrata con scudo, lancia e spada nel suo fodero (Archeo agosto 2005).


Lo stile di Policleto è composto da volumi netti, geometrie pulite e ricercate. Ad un modellato, quindi, essenziale, si unisce però una calibrata ricerca di proporzioni. Il corpo è studiato, non tanto nelle sue particolarità anatomiche, ma soprattutto nelle sue misure. Ciò a cui tende Policleto è un corpo perfetto nel suo insieme: ogni singola parte sta al tutto come avverrebbe in un reale corpo umano, idealmente perfetto. Ad esempio: è presente la regola delle 8 teste dove l'intero corpo corrisponde alla ripetizione di 8 volte la testa; gli addominali sono perfettamente iscritti in una geometria ovale; la capigliatura è compattata e semplificata in ciocche ben distribuite. 
La sua ricerca di perfezione è proprio nel dialogo e nel confronto tra reale e ideale. Il suo canone è rilevato da reali misure effettuate sui corpi umani; ideale è l'effetto a cui tende, scartando ogni difetto sempre presente in ogni singolo individuo. La statua diviene un ideale di perfezione umana superiore alla realtà stessa.
Per delineare ancora meglio questo nuovo stile Policleto redige un trattato (oggi perduto) sulle proporzioni dell'anatomia umana. Scritto verso il 450 a.C. lo chiama Canone (in greco antico Κάνον, "regola"). Noto solo da accenni in opere successive, è considerato il primo trattato che teorizza i temi della bellezza e dell'armonia ed ebbe uno straordinario impatto, ispirando persino le ricerche sul modulo architettonico. Con Policleto e il suo canone, l'arte greca entra pienamente in quello che sarà conosciuto come stile classico.





Inoltre egli inventa una nuova postura per le statue stanti: il chiasmo. Il termine deriva dalla lettera greca X (che in greco è pronunciata chi) e indica una disposizione in cui le parti creano un incrocio. Nel caso delle statue di Policleto la disposizione incrociata è tra gli arti inferiori e gli arti superiori. 

Per rompere la rigidezza, decisamente innaturale, delle statue stanti precedenti, Policleto sviluppa la verticale del corpo secondo una "S" molto ampia. Curva da un lato la parte inferiore del corpo e, per ripristinare l’equilibrio, curva in direzione opposta la parte superiore del tronco. In questo modo la linea del bacino e quella delle spalle non sono più orizzontali ma inclinate. L’inclinazione è ovviamente opposta: se il bacino scende sul lato sinistro, la spalla, sullo stesso lato sinistro, tende ad alzarsi. La gamba destra (tesa) sorregge il corpo mentre la gamba sinistra (rilassata) è flessa; il braccio destro è rilassato, mentre è teso il braccio sinistro. Gli arti inferiori e superiori agiscono quindi a coppie contrapposte: due sono tesi e due sono rilassati, ma non sullo stesso lato.
In questo modo Policleto fissa una posizione, per le statue che rappresentano figure umane erette, che resterà praticamente immutata per secoli, e che, a distanza di millenni, è ancora usata in tempi moderni.


Il suo lavoro nella statuaria continua per certi versi quello dei suoi predecessori, fondendone gli stili e aggiungendo nuovi elementi. Il Doriforo è a tutti gli effetti una fusione tra i due Bronzi di Riace, come ci spiega Paolo Moreno. Identificando nel Bronzo A e B, il Tideo dello scultore Agelada (il Maestro di Olimpia) e l'Anfiarao di Alcamene. Policleto immortala le pose classiche dei due Bronzi di Riace nella sintesi del Doriforo (I Bronzi di Riace, Moreno 2002). 


Arch. Panaiotis Kruklidis

Commenti

Post più popolari